La mia collezione di risultati zero
Chiarisco subito il concetto: il risultato zero è una cosa bella perché viene prima del risultato uno.
Detto questo non ho detto ancora niente perché va capito qual è il campo di gara, chi sono i concorrenti e in cosa consiste il premio: per proseguire nella metafora competitiva, il risultato zero si rappresenta nello spazio più in alto del gradino più alto del podio, se potesse esistere un gradino più elevato di quello più alto - e se questa ipotesi non andasse a confliggere con i principi della logica, della grammatica e del buon senso.
Il campo di gara si trova nella prima pagina di Google, il famoso motore di ricerca (cit.:-) dove una serie di siti concorrono per ottenere l’attenzione del visitatore, che sei tu. Nella prima pagina di Google si trova il meglio del meglio dell’argomento rappresentato dalla chiave di ricerca, che è costituita dalle parole che hai scritto per cercare quello che hai trovato.
Nella prima pagina di Google ci sono i finalisti mentre nelle pagine successive ci sono tutti quelli che non ce l’hanno fatta, i nuovi emergenti o quelli che hanno smesso di allenarsi, ma anche i non professionisti che non ci hanno nemmeno provato. Dicono che la seconda pagina di Google sia un buon posto per nascondere le prove di un reato ma questa mi sembra un’esagerazione.
E il premio? Il premio è il click e il giudice sei tu, caro amico che leggi e fai andare il dito.
Chi fa un sito web infatti vorrebbe essere letto da te, che sia un commerciante che vuole venderti una cosa o un editore che vuole farti leggere una cosa per vendertene un’altra, un consulente che vuole vendere sé stesso o un blogger che vuole diventare famoso per poterti poi vendere una delle cose che stanno vendendo tutti; nessuno per ora vuol farti pagare un centesimo, la moneta di scambio è la tua attenzione, pagherai più tardi, con calma...
Se i dieci finalisti della prima pagina riescono a conquistare la tua attenzione e il tuo dito va a posarsi sul loro trafiletto, avranno vinto la manche. Poi dovranno tenerti nel loro sito e convincerti a restarci fino in fondo, ma questa è un’altra manche.
Un esempio di risultato Zero
Se non ti sei ancora addormentato ora di faccio vedere un risultato zero così puoi capire cosa intendo. Qui sotto a sinistra c’è la foto della prima pagina dei risultati di google che puoi trovare scrivendo “Perché un blog con Joomla”. L’ho ridotta per non occupare troppo spazio ma anche se i caratteri sono troppo piccoli per riuscire a leggere quello che c’è scritto, una cosa salta all’occhio: la cornicetta con la foto sopra tutto. A destra la puoi vedere ingrandita.
Si tratta di un’anticipazione della risposta alla domanda “Perché un blog con Joomla”, una domanda che per qualcuno potrebbe essere interessante, visto che Google ha deciso di portarla in evidenza. Chi vuole crearsi un blog, per esempio, prima di cominciare potrebbe decidere di informarsi sul tipo di piattaforma o sistema o programma più adatto per costruire il proprio blog, e i motivi di una scelta piuttosto che un’altra. Il post che ho scritto su questo argomento cavalca da tempo le prime posizioni sulla prima pagina di Google e da quando ha lo snippet in primo piano mi ha portato molte visite!
Forse non ci hai mai fatto caso, ma di solito chi va a cercare cose su Google lo fa in genere per tre motivi: per informarsi, cioè per sapere qualcosa che non sa, per comprare qualcosa o scaricare un contenuto oppure per trovare un sito specifico che già conosce. Queste tre tipologie si mischiano spesso tra di loro perché ovviamente uno potrebbe andare a cercare un sito specifico che già conosce, per esempio Amazon, per andare a comprare una cosa, anzi succede spesso che un visitatore cominci una navigazione con un obiettivo, la porti avanti compiendo un’altra azione e infine si faccia distrarre andando a cliccare cose diverse. Ci sono discipline fatte apposta che studiano i flussi di navigazione degli utenti in un sito allo scopo di farli arrivare là dove è necessario che arrivino, dal punto di vista di chi paga tutta la baracca, ovviamente. Siamo persone complesse che è difficile inquadrare in regole rigide, ma siamo anche capaci di momentanee astrazioni che ci permettono di districare le matasse per considerare un aspetto alla volta, dunque quando dicono che gli intenti di ricerca sono informazionali, transazionali o navigazionali, possiamo indovinare che
I risultati zero o snippet in primo piano o featured snippet o anche posizioni zero vengono sempre assegnati ai risultati che meglio soddisfano il bisogno informazionale degli utenti
Una soddisfazione che vale solo nel piccolo mondo degli iniziati SEO, e magari non è nemmeno sempre riconosciuta: dicono che se l’informazione che dai è già disponibile nella pagina di ricerca allora l’utente, soddisfatto, non cliccherà sul link. Verissimo, senza dubbio, ma cosa altro farebbe dentro nel mio sito quell’utente che ha bisogno solo di questa informazione sintetica? Un click. Ma tutti gli altri che invece hanno bisogno di scegliere un sito da visitare per approfondire, quelli che vogliono informarsi per un domani comprare, quelli che si fidano di google e non cliccano sugli annunci a pagamento quale sito sceglieranno?
Se il tuo sito è degno di "trust" puoi vincere la gara con altri siti simili che concorrono sulle stesse chiavi, come per esempio succede a me con lo snippet in primo piano qui sopra che mi è stato accordato per un contenuto che è pubblicato anche da altri.
Per questo motivo il mio approccio all’ottimizzazione dei siti dei miei clienti è quasi sempre basato sulla pubblicazione di contenuti di qualità che siano interessanti per il loro target, mettendo in pratica il concetto fondamentale che ho imparato lavorando in internet da tanti anni: per avere tanti visitatori devi offrire qualcosa di utile o divertente, solo così Google metterà in evidenza te invece dei tuoi competitors. E per mantenere la posizione bisogna continuare a produrre contenuti di qualità, pubblicando nuovi articoli a cadenza regolare, per fare in modo che Google continui a volerti bene e non si dimentichi di te.
Ti presento la mia collezione storica di Risultati Zero
Ecco una serie di casi di successo di cui vado particolarmente fiera: sono tutti siti a cui ho collaborato nella stesura dei contenuti, in alcuni casi ho fatto tutto io, in altri ho scritto solo i testi e in altri ancora ho fatto la mia parte in un gruppo di lavoro. Non ti mostrerò grafici e statistiche ma solo il risultato di tanto lavoro, e se lo dice Google puoi fidarti anche tu!
I risultati zero sono in continua evoluzione, chi è primo oggi potrebbe non esserlo domani: questo articolo è stato scritto nel 2020, nel tempo ho cambiato siti, clienti, qualcuno ha chiuso e anche Google ha cambiato tante cose. Ho fissato qui alcune istantanee di un momento preciso.
Il mio Primo risultato zero
L’articolo “Come creare un blog con Joomla! e perché farlo”, che ho scritto un po’ di tempo fa, era nato per soddisfare una richiesta di informazioni che avevo avuto in un gruppo social e si proponeva l’obiettivo di diventare un vero e proprio tutorial per la nicchia di utenti interessata a Joomla!. È vero che l’ho scritto utilizzando tutti gli accorgimenti ideali per ben posizionare un così detto “pillar” e con la modesta velleità di diventare un punto di riferimento, ma non immaginavo di ottenere un risultato così importante, superando in modo stabile anche i siti istituzionali (e commerciali) del settore. Va detto che metterci la faccia aiuta!
Cm Group sempre primo nei risultati sui rivestimenti PVD
Scrivo articoli tecnici per CM Group da poco più di un anno e già dalla prima uscita abbiamo ottenuto ottimi posizionamenti e così tanti snippet che dispiace mostrarne solo uno. In un anno il sito ha scalato tutte le classifiche delle parole chiave pertinenti, ma la cosa fondamentale è che infine dalle pagine arrivano molte richieste di informazioni, infatti i form compilati dai possibili clienti confermano l’utilità dei risultati Seo ottenuti, comprese le posizioni evidenziate dallo snippet.
Il piano editoriale che sto portando avanti è basato sull’approfondimento dei settori applicativi in cui i processi di produzione altamente tecnologici di Cm Group sono ideali. In ogni articolo descrivo le funzionalità applicate al settore oggetto della trattazione, i materiali, gli elementi chimici e i fenomeni fisici implicati, i prodotti che possono essere trattati e i vantaggi che derivano dal trattamento. In questo modo l’attenzione della scrittura è focalizzata sulla spiegazione dei processi e non sulle parole chiave, che però ne discendono di conseguenza con quel risultato di chiarezza divulgativa che Google ritiene meritevole di evidenza.
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Techno one: un esempio di contenuti efficaci del cliente elaborati da me per renderli seo friendly
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Come misurare i risultati senza influire sull’esito del test?
Sono sicura che dopo aver letto il mio articolo avrai voglia di controllare se il tuo sito preferito ha qualche risultato zero, perché no?
È una curiosità naturale, ma funzionerà o sarà condizionato dalle tue precedenti navigazioni? Sappiamo tutti che Google ci osserva, conosce le nostre abitudini e preferenze e di certo avrà imparato ad abbinare le tue ricerche ai tuoi desideri. Hai notato che spesso è in grado di completare correttamente la parola che stai per scrivere già dopo due o tre lettere? che ficcanaso.
Ma povera stella, Google ti ama e lo fa per compiacerti, come quelle persone che ti guardano la bocca mentre parli per farti l’eco.
E dunque per compiacerti due volte ti mette anche a disposizione la navigazione anonima, in cui promette di non tenere conto di tutto quello che sa di te. Per attivarla vai in alto a destra, clicca sulle tre linee se usi Firefox oppure sui tre puntini se usi Chrome e apri una nuova finestra di navigazione anonima, o in incognito a seconda del browser.
Adesso puoi cercare come se nessuno ti conoscesse…
Buona caccia!
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