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Screen reader e barra braille

L’inclusione non riguarda solo il maschile sovraesteso

Un linguaggio inclusivo cerca di evitare ogni genere di discriminazione, a partire da come vengono definite le disabilità, le persone straniere o di origine diversa dalla maggioranza, le persone di età, cultura, ceto sociale o disponibilità economica diversa dalla nostra.

Dal 30 giugno 2024 è operativo il Decreto legislativo n.62. E' uno dei decreti attuativi della riforma in materia di disabilità e recita testualmente:

  • la parola: «handicap», ovunque ricorre, è sostituita dalle seguenti: «condizione di disabilità»;
  • le parole: «persona handicappata», «portatore di handicap», «persona affetta da disabilità», «disabile» e «diversamente abile», ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: «persona con disabilità»;
  • le parole: «con connotazione di gravità» e «in situazione di gravità», ove ricorrono e sono riferite alle persone indicate alla lettera b) sono sostituite dalle seguenti: «con necessità di sostegno elevato o molto elevato»;
  • le parole: «disabile grave», ove ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: «persona con necessità di sostegno intensivo».

​Ma lo schwa (ə) non viene interpretato dagli screen reader

Negli ultimi anni in molte comunità on line si è cominciato a utilizzare una serie di espedienti tipografici per evitare di scrivere al maschile parole che sono declinabili per genere, come per esempio tuttə, ragazzə oppure tutt*, “ragazz* volendo intendere tutti e tutte, ragazzi e ragazze. Molte persone infatti si sentono discriminate, per esempio le donne o le persone che non si definiscono con il genere maschile o femminile e non hanno piacere di essere descritte o nominate al maschile, per quanto nella lingua italiana si potrebbe correttamente utilizzare il maschile sovraesteso: in questi casi la grammatica non è più rappresentativa di tutte le persone. Il carattere ə è chiamato schwa, mentre l'asterisco è spesso usato come alternativa. In ogni caso resta il problema della concordanza con l'articolo, che non sempre è possibile rendere neutro con i simboli grafici, vedi per esempio i ragazzi e le ragazze. Questi caratteri, sebbene comunemente utilizzati nella scrittura e nella tipografia, presentano sfide particolari per i lettori di schermo, strumenti vitali per le persone non vedenti o ipovedenti che navigano su dispositivi digitali.

Leggi l'articolo completo con video dimostrativo su sitiaccessibili.it

Accessibilità e inclusione

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